Gli alunni della Zanella hanno incontrato Sami Modiano

Lunedì, 12 marzo 2018, gli alunni della scuola secondaria di primo grado ‘G. Zanella’ di Valmontone, riuniti in Aula Magna, hanno incontrato Sami Modiano (uno degli ultimi ebrei sopravvissuti al campo di sterminio di Auschwitz- Birkenau) e ne hanno ascoltato la testimonianza.
Questi i commenti di alcuni alunni:
“Nel suo discorso Sami ha ripetuto più volte “Questi occhi hanno visto tutto”, parole che mi hanno lasciato senza fiato, perché lui ricorda tutto nei minimi particolari…”. (Noemi Topani)
“Quest’incontro per me è stato davvero educativo ed emozionante, mi ha fatto riflettere su come io sia fortunata ad avere una vita senza problemi, a differenza di molte altre persone, e quanto sia importante ricordare per evitare che certe cose accadano di nuovo”. (Sara Petrucci)
“Avevo letto storie simili a quella di Sami, ma devo dire che raccontata da lui ho provato sensazioni molto forti, mi sono messa nei suoi panni, per un attimo ho provato le sue stesse emozioni” . (Paola Colaiacomo)
“Sami si è chiesto più volte perché lui sia sopravvissuto, fino a quando è arrivato a capire che il suo scopo nella vita è quello di testimoniare, come ha fatto con noi… Nell’ascoltare la sua storia mi sono commossa più volte… E’ stata una vera e propria lezione di vita; le sue emozioni hanno incrociato quelle di tutti noi, catturando la nostra attenzione per l’intera durata dell’incontro…” . (Alice Cannone)
“Dall’incontro con Sami ho imparato tutto ciò che tramite uno schermo non riuscivo ad immaginare: ora ho veramente capito il dramma di quelle persone” (Letizia Forgione)
“Ho provato un miscuglio di sentimenti: pena, tristezza, commozione, dolore ma, soprattutto, stima verso questa persona che, nonostante la brutalità e le violenze subite nei campi di sterminio, è riuscita a realizzarsi e a testimoniare affinché ciò non accada mai più” . (Marta Andronic)
 “Sami ci tiene moltissimo a far conoscere la sua storia a noi giovani, affinché le nostre coscienze si risveglino, rivivano attraverso i suoi occhi lucidi e il suo volto segnato dalle rughe, segno esteriore e visibile di quelle profonde ferite dell’anima […]
Questa testimonianza mi ha lasciato un senso di tristezza difficile da esprimere a parole. Ho ripensato a tutti quegli innocenti che sono morti per un sì e per un no, a Sami, ragazzo di quattordici anni, a come abbia dovuto assistere alla morte dei suoi cari senza poter fare niente per salvarli davanti alla follia di sterminare una “razza” considerata diversa e inferiore. Ho ripensato agli occhi di Sami che, mentre raccontava, s’illuminavano di un bianco cristallino, quello delle lacrime, per il dolore e il tormento di quei ricordi. Ho cercato di capire come si sentissero le persone ad essere chiamate per numero… Ma la verità è che è molto difficile comprenderlo veramente senza averlo vissuto… Eppure Sami è riuscito a trasmettermi qualcosa: un senso di responsabilità che non dimenticherò facilmente…” . (Paolo Gabriele)


Articoli coordinati dalla Prof.ssa Marisa Tola

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