Il Giornalino della Zanella
a cura della Prof.ssa Marisa Tola
Ascoli Piceno, un professore fa gli auguri di compleanno a Hitler su
facebook
Era il 20 Aprile
1889, quando a Braunau am Inn, in Austria, nasceva uno dei peggiori personaggi della storia della
prima metà del Novecento: Adolf Hitler.
Negli ultimi anni, celebrare
la nascita del fuhrer è diventata una triste e inquietante abitudine di
neonazisti o di singoli cittadini.
L’ultimo
avvenimento ha per protagonista Felice Spicocchi, vice preside di un istituto
tecnico agrario di Ascoli Piceno.
Questo il commento
sotto l’ultimo suo post (ora rimosso): “Centoventinove auguri di buon compleanno”.
La gravità del caso
è stata ribadita dal comitato antirazzista del Piceno, poiché l’augurio è stato
fatto da un dirigente scolastico il cui compito sarebbe quello di educare gli
studenti, che sono il futuro del nostro Paese, ai valori di libertà , visto che
l’Italia è una Repubblica democratica e antifascista.
Il comitato chiede
immediati provvedimenti nei confronti del vicepreside, “Visto che il secondo collaboratore deve essere
coerente con la sua visione malata e criminale del mondo, è costretto a
lasciare il suo ruolo di educatore, per incompatibilità di principio”.
Proteste ovunque
per la vergognosa e inaccettabile provocazione del vicepreside.
Marta
Andronic
Dalla notte senza fine all’immortalità
La notte tra il 4 e il 5 Marzo, per Davide Astori non è mai finita. E’
stata una notte che non ha visto l’alba; lui, un giovanissimo Campione, padre e
compagno, si è spento per sempre. Immenso il cordoglio del mondo del calcio e
non solo.
Tanti ricordi e tante lacrime. Il cordoglio del mondo del calcio
per la scomparsa di Astori si era già manifestato in questi giorni, ma
ieri l’onda emozionale si è allargata a tutti i campi, in Italia e non.
Emozioni cominciate con il raccoglimento a Wembley, prima di
Tottenham-Juventus, il martedì,
proseguite con le lacrime di De Rossi prima
di Roma-Torino, rivissute nel derby veronese di sabato sera
con Hellas
e Chievo, silenziose in campo, e con il Bentegodi, pieno di sciarpe viola.
Così, dopo la fine di Fiorentina-Benevento, le
immagini sono le stesse su ogni campo. A Torino Buffon è in
panchina e non trattiene le lacrime osservando il video che appare sul maxi schermo, De Sciglio,
da titolare, inizia la partita piangendo.
Tutti fermi dentro al campo, è il minuto 13': così Fiorentina e Benevento
ricordano Davide Astori. Dopo il minuto di silenzio osservato da tutto lo
stadio, l’arbitro Pasqua ha fischiato l'inizio, e per tredici minuti il gioco è
scorso a ritmi lenti. Poi, al 13', il pallone è stato buttato in fallo
laterale, tutti si sono fermati e la curva Fiesole si è vestita di viola con la
scritta ‘Davide 13’, tra gli applausi di tutti. La sosta
è durata un minuto, poi la partita è ripresa con il coro ‘Astori, Astori…’ .
Finalmente, dopo il buio della notte, l’amore ed il ricordo hanno accompagnato
il campione vestito di viola verso l’immortalità.
Cristiano Diana
“Non arrendetevi mai, denunciate i bulli”: video-appello virale di un ragazzo down.
Il
22enne Marco Baruffaldi, che era già diventato una star del web dopo il suo
manifesto rap “Siamo diversi tra noi”, invita tutti i ragazzi vittime di
bullismo a chiamarlo: “Vi ascolto”, dice.
Marco
Baruffaldi, un 22enne di Castelfranco Emilia nel Modenese affetto dalla
sindrome di Down, il 15 marzo 2018 ha pubblicato un video su facebook nel quale
denunciava il bullismo, come aveva già fatto su Internet firmando il manifesto
“Siamo diversi tra noi”.
Nel video Marco ha invitato tutte le vittime a
contattarlo in modo che lui possa aiutarle
a reagire e a difendersi dalle violenze; soprattutto ha detto che non ci si
deve arrendere e che bisogna parlarne con i genitori e i professori. Fonte
d’ispirazione del suo video è la sua esperienza personale: Marco a scuola
veniva continuamente picchiato e minacciato da un ragazzino e, cosa ancora più
grave, maltrattato da un insegnante di sostegno che lo prendeva a sberle, gli
pestava i piedi e lo insultava. Fuori
dalla scuola il docente lo seguiva addirittura con l’auto e lo minacciava
perché non voleva lo riferisse ai sui genitori, tanto che lui non ha mai detto
niente.
Noemi
Topani
Our experience with Ed
Sheeran.
Ed Sheeran:<< Why am I your favourite
singer?>>
Girls:<< Because you have a good voice and also
because your songs have a good meaning.>>
Ed Sheeran:<< When did you start following
me?>>
Girls:<< We started following you three years ago, when we
heard for the first time Thinking Out Loud and Photograph.>>
Ed Sheeran:<< Which is your favourite song?
Why?>>
Girls:<< My (Noemi) favourite song and Veronica’s
is Perfect, because it is very romantic
and it has got a very important meaning for us; The favourite song of
me(Letizia), Paola and Alice is Photograph, because with a simple text you made
people understand what love is.>>
Ed Sheeran:<< Do you have another singer that
you like? Who? Would you be happy if we sang a song together?>>
Girls:<< We would be happy if you sang with
Charlie Puth or with Shawn Mendes.>>
Ed Sheeran:<< Is there a verse of one of my
songs that tells who you are? If so, which?>>
Girls:<< A verse which describe who we are is ‘I see my future in your eyes’, because
with simple words you have expressed an important concept, without forgetting
love.>>
Ed Sheeran:<< Could you describe me in three
adjectives?>>
Girls:<< For us you are romantic, sincere and
generous.>>
Ed Sheeran:<<Could you describe my songs in
three adjectives?>>
Girls:<< For us your songs are significant,
engaging and romantic.>>
Ed Sheeran:<< Have you ever been to one of my
concerts? If so, where? If not, would you like it?>>
Girls:<<No, we’ve never been to one of your
concerts, but we would like to go there.>>
Noemi Topani,
Alice Cannone, Letizia Forgione, Paola Colaiacomo e Veronica Maisti.
"SULLE
ORME DEL PASSATO PER CAPIRE IL PRESENTE"
Piana delle Orme, vicino Latina, è uno dei parchi storico - tematici
più importanti a livello internazionale. Il museo, dedicato al Novecento,
ospita una delle collezioni più grandi al mondo: aerei, carri armati, locomotive,
carretti, radio, armi e centinaia di mezzi militari, trattori agricoli,
trebbiatrici, tram e corriere, utensili e migliaia di oggetti di ogni tipo e
misura.
Il complesso, nei suoi 40.000 metri quadrati dedicati all’esposizione,
rappresenta un viaggio attraverso 50 anni di storia italiana, suddivisi in 15
padiglioni tematici per raccontare le tradizioni e la cultura della civiltà
contadina, le grandi opere di bonifica delle paludi Pontine, la Seconda Guerra
Mondiale, ma anche per mostrare i veicoli e i mezzi agli albori della grande
industrializzazione e i giocattoli con i quali si divertivano i bambini di una
volta.
L’impostazione scenografica del museo, attraverso ricostruzioni,
curate nei minimi dettagli, in scala 1:1, offre ai visitatori la sensazione di
entrare nella storia e di rivivere il passato.
Il percorso di Piana delle Orme è stato suddiviso in due percorsi
principali: percorso agricolo e percorso bellico. I padiglioni tematici del
percorso agricolo, posti sulla sinistra, comprendono: lo sviluppo dei mezzi
dell’epoca, la bonifica delle zone dell’Agro Pontino, la vita dei campi nelle
città ma anche tutti quei ricordi più dolci e teneri che ci fanno tornare in
mente le case dei nostri bisnonni con tutti quei suppellettili che hanno
accompagnato la nostra infanzia e che, ai nostri occhi, sono sempre apparsi
come degli oggetti magici carichi di un significato così profondo da farli
addirittura nostri. Per non parlare poi delle macchine da scrivere, dei
telefoni enormi, dei giocattoli d’epoca (bambole di pezza, robot in latta,
soldatini di piombo).
Invece i padiglioni tematici del percorso bellico, posti sulla destra,
comprendono: deportazioni di internamento, mezzi bellici d’epoca, Da El Alamein a Messina, Sbarco di Anzio, Battaglia di Cassino, Mezzi
Bellici riconvertiti ad Uso Civile.
Percorrendo questi padiglioni ti ritrovi con un pugno nello stomaco a
riflettere, a pensare a tutte quelle vite spezzate, a tutti quegli errori
commessi da chi a quei tempi aveva il potere e che ha deciso di utilizzarlo a
proprio vantaggio, a tutti quegli innocenti prelevati di forza in piena notte e
caricati su un treno che arriva direttamente all’inferno. Per non parlare poi
degli sbarchi di Anzio, Messina e Salerno e delle battaglie perse in Africa e
quella di Cassino. Si cammina in corridoi bui, si affretta il passo e si
tappano le orecchie per non dover sentire il forte rumore degli spari.
Si entra nel toccante padiglione sulla Deportazione. Si entra nel
vagone vuoto di un treno che un tempo conteneva poveri innocenti, colpevoli
soltanto di essere ebrei, omosessuali, zingari, disabili o dissidenti politici
e di avere come segno visibile sul loro pigiama a righe delle semplici stelle
di colore diverso. Si ascoltano le voci di bambini, donne e uomini ripetere
nomi su nomi. Centinaia. Migliaia. Milioni. E su quello stesso treno si leggono
i nomi di coloro i quali, su quel treno, ci sono saliti con la forza, e il più
delle volte per non tornare più.
In questo secondo percorso ci sono anche i mezzi bellici, quelli veri,
che, solo a guardarli da vicino, magari osservando i sedili un po’ consumati,
ci si interroga su quanta paura e su quanto coraggio avessero invaso quei
soldati costretti a combattere per ideali troppo lontani dalla loro semplicità
ed umiltà. Da vicino si può anche osservare un caccia americano recuperato dal
mare ed il famoso carro armato molto caro a Giosuè nel film “La vita è bella”,
il film premio Oscar di Benigni.
La parola che si ha in bocca per tutto il percorso del museo è “orme”,
ed è proprio per questo che il museo si chiama Piana delle Orme.
Le orme degli uomini che hanno fatto la storia. Le orme di chi ha
lottato con coraggio. Le orme di chi ha scelto una vita di sacrifici e duro
lavoro per assicurare un domani ai propri figli e nipoti.
Le orme sono quelle del
passato, raccolte con passione, dall’imprenditore Mariano de Pasquale,
diventate un museo nel 1997. Non si può fingere di non appartenere anche noi a
tutto questo perché non si può dimenticare questa storia. Ed è per questo che
non si può assolutamente evitare di camminare sulle orme di chi ha fatto la
storia, nel bene e nel male.
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